Ognuno di noi ha una casa, un posto a cui è particolarmente affezionato, legato in qualche modo o per qualche ragione speciale. Anch’io ne ho uno pieno di ricordi e di belle estati passate tra falò e canzoni stonate al suono di una chitarra non ben accordata. E’ un posto di campagna tra Bagheria, Santa Flavia e Casteldaccia, qualche cunicolo le mette in comunicazione, almeno così dicono le confessioni indiscrete di qualche vecchio aristocratico. E’ un casolare ben messo, in parte ristrutturato per accontentare le nuove richieste di mercato di B&B con cortile e portone antico ancora esistente e funzionante. Una vecchia panchina in ferro richiede almeno una breve sosta al visitatore prima di varcare il portone. Là puoi fermarti, leggere, pregar o rinfrancare lo spirito che soave riprende il suo ritmo solo mirando l’orizzonte, il panorama o semplicemente la natura rigogliosa e “naufragar m’è dolce” in quel mare.