La prima passeggiata non si scorda mai, forse era il primo amore ma fa lo stesso.

La rabbia ribolliva tra cuore, stomaco e ombelico e non faceva digerire né pane, né pensieri.

Allora bastava un motorino, una bici per raggiungere un posto che aveva un sapore soave solo a nominarlo, SPERLINGA composta da spera a lungo. Ecco forse questo senso dato alla parola riusciva da solo a calmare gli animi agitati di adolescenti disorientati.

La campagna era ben coltivata dall’avvocato Pietro Cuffaro, sì proprio un dottore in legge che si era votato ad altro, anche perché tra le norme giuridiche e le regole contadine aveva scelto di dedicarsi a quest’ultime che danno più frutti e soddisfazioni delle altre.

I sentieri erano percorsi e ripercorsi tra confessioni e riflessioni di due amici che volevano cambiare il mondo ma alla fine sono riusciti solo a non cambiare loro stessi. Si sono preservati per non soccombere a costrizioni e limitazioni imposte da lavoro, politica, ricerca del successo, del denaro o di quella che semplicemente si chiama felicità. La loro consiste in una frase storica: Solo chi ha conosciuto i sentieri di Sperlinga può partire per altre destinazioni perché sa dove ritornare per ritrovare se stesso se ha perduto il mondo o gli altri per strada.